PanoraMI - periodico attualità e cultura a Milano

domenica 29 marzo 2009

400 detenuti al lavoro per l'expo

Da http://www.affaritaliani.it/

Dai 200 ai 400 detenuti al lavoro per la realizzazione dell'Expo. E' obiettivo del protocollo d'intesa firmato stamani dal Comune e dal Provveditorato regionale all'amministrazione penitenziaria "finalizzato alla valorizzazione del lavoro penitenziario e alla inclusione sociale e lavorativa a favore di coloro che si trovano in condizioni di restrizione della liberta' personale nel sistema penitenziario milanese". A sottoscrivere il protocollo, punto di avvio del coordinamento fra le due amministrazioni per iniziative in vista di Expo, sono stati a palazzo Marino il provveditore alle carceri, Luigi Pagano, e gli assessori alle Politiche sociali, Mariolina Moioli, e alle Politiche del Lavoro, Giovanni Terzi. Tra i promotori dell'accordo il presidente della Sottocommissione Carceri del Comune, Alberto Garocchio.
"Puntiamo al recupero delle persone attraverso l'inserimento sociale e lavorativo. Con questo atto - ha spiegato Moioli - rafforziamo la nostra collaborazione con l'obiettivo, oltre che di mettere a frutto l'occasione dell'Expo, di allargare ulteriormente le iniziative che abbiamo già messo in campo".
Si tratta "di un protocollo vero, importante - ha spiegato Pagano - e non come si dice abitualmente in queste circostanze. La sensibilità della città di Milano sui problemi del carcere è unica in Italia e con questo atto mettiamo a sistema tutta una serie di iniziative che già si fanno. Quest'anno è accaduta una cosa rivoluzionaria per noi, in occasione dell'emergenza neve: siamo riusciti a far scendere in strada 20 detenuti per spalare la neve nel giro di 24 ore, quando normalmente i tempi per metterli a disposizione per un lavoro sono di tre mesi. Questa è una grande rivoluzione che apre molte possibilità con le aziende in cerca di personale". Con il protocollo "investiamo per il reinserimento delle persone in carcere, cioè per la sicurezza sociale". Riguardo alle opere per l'Expo "rispetto ai grandi numeri di cui si parla, quello dei detenuti impiegabile è un numero esiguo, anche se per noi significativo. Proprio per questo speriamo di portare fuori per lavorare diverse centinaia di detenuti, per i più diversi impieghi: da quelli più 'umili' si più specializzati".
Il protocollo prevede percorsi di reintegrazione sociale e lavorativa per i detenuti all'interno degli istituti di San Vittore, Opera e Bollate, per le persone in esecuzione penale esterna ammessi al lavoro esterno, in regime di semilibertà, di affidamento o agli arresti domiciliari, per quelle ancora soggette a misure restrittive. Il Comune si impegna a ricercare occasioni per attività lavorative con convenzioni con le cooperative sociali per la fornitura di beni e servizi e con l'inserimento nei bandi di gara e nei capitolati l'obbligo di eseguire il contratto con l'impiego di persone svantaggiate e con l'adozione di specifici programmi di recupero e reinserimento lavorativo".
E in particolare si impegna a "promuovere il coordinamento interistituzionale al fine di sostenere la più ampia collaborazione e partecipazione dei soggetti in esecuzione penale interna ed esterna alla predisposizione delle opere e degli eventi determinati dalla prossima manifestazione Expo 2015".
"Per Expo - ha detto Garocchio - abbiamo bisogno di decine di migliaia di lavoratori. Vogliamo portare anche il contributo dei detenuti su lavori concreti, per 200-400 persone. Il protocollo è l'inizio di un cambiamento culturale, il pubblico che dà un segnale al privato. Il nostro obiettivo è il coinvolgimento del privato: vinceremo questa partita quando anche il privato ci chiederà persone detenute come personale". Si tratta "di un fatto sociale importante - ha detto Terzi - anche per la sicurezza della nostra città. E' un protocollo che punta sulla dignità dell'uomo e con il quale l'assessorato al Lavoro mette in rete quello che già realizza con il ministero della Giustizia".
Diverse le collaborazioni messe in campo fra Comune e provveditorato: oltre alle attività dei detenuti con Amsa, per la cura dei parchi e giardini della città, il progetto "Punto a capo", per l'inserimento sociale e lavorativo tre mesi prima della scarcerazione, "Un Tetto per tutti", che estende le opportunità di housing sociale alle persone sottoposte a misure penali esterne e al termine della detenzione, i servizi di accompagnamento al lavoro del Celav, il Centro di Mediazione Lavoro del Comune.
Tra gli ultimi progetti messi in campo dal provveditorato, lo smaltimento specifico degli elettrodomestici esausti, come i frigoriferi, da parte dei detenuti di Bollate. Per quest'ultimo si punta anche ad allargare la collaborazione con Amsa per lo smaltimento dei rifiuti. "I nostri detenuti fanno lavori poco qualificati ma anche più specializzati", ha sottolineato Pagano. Sul fronte del data entry "abbiamo informatizzato tutto il processo di piazza Fontana e ora con il Tribunale abbiamo altre commesse per la digitalizzazione di atti giuridici. Abbiamo ottimi programmatori di computer, e tra questi un grande hacker. Abbiamo riconvertito le sue capacità per un lavoro utile alla società".

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